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Esiti di frattura della regione sovrabasale del V metatarsale

Esiti di frattura della regione sovrabasale del V metatarsale

– La Frattura quinto metatarso è per definizione la rottura traumatica o non traumatica della base prossimale del quinto metatarso del piede.
– E’ una frattura molto frequente nella traumatologia ortopedica, e colpisce indifferentemente sia uomini che donne.

 

La fisioterapia dopo la frattura del V metatarso è molto importante e dipende dalla condizione post immobilizzazione dell’arto. Infatti, dopo la fase di immobilizzazione possono subentrare diverse complicanze.

Scopo della fisioterapia è quello di ridurre l’edema, mobilizzare la caviglia e le strutture vicine alla frattura, lavorare sul recupero muscolare e la deambulazione.

Il trattamento riabilitativo include:

?Prima Fase (Controllo del dolore e dell’edema): In questa fase sarà utile del linfodrenaggio per controllare l’eventuale edema di piede e caviglia. Per controllare il dolore è opportuno integrare mediante terapia manuale, Laser ad alta potenza e Tecarterapia.
?Seconda fase (recupero del movimento e rinforzo muscolare): scopo di questa fase riabilitativa è recuperare la forza e la deambulazione senza dolore, e non sovraccaricare la struttura appena guarita.

 

Complicazioni post-frattura:

– Pseudoartrosi della frattura: la pseudoartrosi è una condizione patologica in cui i due monconi della frattura, non guariscono, nonostante il periodo di immobilità.
– Scomposizione della frattura: una frattura che inizialmente era composta, potrebbe scomporsi, sia se magari si è caricato precocemente, sia senza apparente motivo.
– Blocco articolare: a causa dell’immobilità, si possono verificare episodi di capsulite post-traumatica. In questi casi si allungano di molto i tempi di recupero e sarà cura del fisioterapista recuperare al più presto l’articolarità con mobilizzazione della caviglia, nei movimenti di flesso-estensione, rotazione, eversione-inverisone.
– Infiammazioni tendinee: l’immobilita e la perdita del tono muscolare, possono portare ad un sovraccarico tendineo quando si riprende a camminare.
– Algodistrofia: è purtroppo una complicazione grave, e non sempre prevedibile. Si manifesta con dolore, blocco articolare, disturbi di natura circolatoria. Si instaura un processo circolare che si autoalimenta.
Scopo del fisioterapista è quello di interrompere il circolo vizioso, il prima possibile. Tale complicazione può essere molto grave e allungare i tempi di recupero in maniera molto importante.
– Flittene: spesso nei giorni successivi compaiono flittene (bolle della pelle) causate dal disturbo circolatorio secondario alla frattura ed ecchimosi diffuse a tutto il piede.

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