Frattura dell’epifisi prossimale dell’omero: trattamento con idrokinesiterapia e kinesi passiva. I vantaggi del Metodo Fisiomed

Scopri il trattamento riabilitativo per la frattura dell’epifisi prossimale dell’omero con idrokinesiterapia e kinesi passiva, offerto da Fisiomed Brescia per un recupero rapido ed efficace.
Le fratture dell’epifisi prossimale dell’omero sono tra le più comuni a livello del braccio, soprattutto negli anziani o in seguito a traumi diretti come cadute o incidenti stradali. Questa frattura, che colpisce la parte superiore dell’osso del braccio (omero), può influenzare significativamente la funzionalità dell’arto e richiede un trattamento adeguato per garantire una corretta guarigione e un recupero completo della mobilità. Tra i trattamenti più efficaci per il recupero dopo una frattura di questo tipo, troviamo la idrokinesiterapia e la kinesi passiva.
Cos’è la frattura dell’epifisi prossimale dell’omero?
L’epifisi prossimale dell’omero è la porzione superiore dell’osso del braccio che si collega alla spalla. Le fratture di questa zona possono variare in gravità a seconda del tipo di frattura (composta o scomposta), e del coinvolgimento di altre strutture come i legamenti o la cuffia dei rotatori. In particolare, queste fratture possono essere classificate in base alla loro complessità e al numero di frammenti ossei.
Cause e fattori di rischio
Le principali cause di frattura dell’epifisi prossimale dell’omero includono:
- Traumi diretti come cadute sul braccio esteso.
- Incidenti stradali o infortuni sportivi.
- Osteoporosi: negli anziani, la ridotta densità ossea aumenta il rischio di fratture anche in seguito a traumi minimi.
Sintomi
I sintomi di una frattura dell’epifisi prossimale dell’omero includono:
- Dolore intenso nella zona della spalla e del braccio.
- Impossibilità di muovere l’arto.
- Edema e gonfiore localizzato.
- Deformità visibile in caso di fratture scomposte.
La diagnosi viene confermata attraverso esami radiografici o, nei casi più complessi, tramite una TAC o una risonanza magnetica.
Il percorso terapeutico: idrokinesiterapia e kinesi passiva
Dopo una frattura dell’epifisi prossimale dell’omero, il percorso di riabilitazione è fondamentale per il recupero della funzionalità dell’arto e la riduzione del dolore. Tra i trattamenti più utilizzati per questo tipo di frattura troviamo l’idrokinesiterapia e la kinesi passiva.
Cos’è l’idrokinesiterapia?
L’idrokinesiterapia è una forma di riabilitazione che utilizza l’acqua come mezzo terapeutico. Questo trattamento combina i benefici dell’esercizio fisico con le proprietà dell’acqua, che offre un ambiente ideale per il recupero post-traumatico, soprattutto in caso di fratture o traumi importanti.
Vantaggi dell’idrokinesiterapia
- Riduzione del carico articolare: l’acqua, grazie alla sua capacità di sostenere il peso corporeo, riduce il carico sulle articolazioni e sulle ossa fratturate, facilitando i movimenti senza stress eccessivo.
- Miglioramento della circolazione: l’acqua aiuta a stimolare la circolazione sanguigna, riducendo l’infiammazione e favorendo una più rapida guarigione.
- Aumento della mobilità: grazie alla resistenza offerta dall’acqua, l’idrokinesiterapia permette di eseguire esercizi che migliorano la flessibilità e la mobilità dell’articolazione della spalla.
- Riduzione del dolore: il calore e il galleggiamento dell’acqua possono ridurre la percezione del dolore, rendendo l’esercizio più confortevole per il paziente.
L’idrokinesiterapia viene introdotta nella fase intermedia del recupero, una volta che la frattura ha cominciato a guarire e il paziente può iniziare a muovere l’arto in sicurezza.
Kinesi passiva: cos’è e come funziona
La kinesi passiva è una tecnica fisioterapica che si basa sull’esecuzione di movimenti articolari eseguiti senza l’uso attivo dei muscoli da parte del paziente. Questa tecnica è particolarmente utile nelle prime fasi del recupero, quando il paziente non può ancora utilizzare attivamente il braccio a causa del dolore o del rischio di compromettere la guarigione della frattura.
Benefici della kinesi passiva
- Prevenzione delle aderenze: eseguire movimenti passivi aiuta a prevenire la formazione di aderenze che potrebbero limitare la mobilità futura dell’articolazione.
- Stimolazione della guarigione: la mobilizzazione passiva stimola la circolazione e il metabolismo della zona lesionata, favorendo una più rapida guarigione.
- Mantenimento della mobilità: la kinesi passiva aiuta a mantenere l’ampiezza del movimento articolare, evitando la rigidità che può verificarsi dopo periodi prolungati di immobilità.
- Riduzione del dolore: i movimenti passivi eseguiti con delicatezza riducono il dolore e consentono al paziente di riprendere gradualmente la mobilità dell’articolazione.
La kinesi passiva viene spesso iniziata già nelle prime fasi post-operatorie o post-frattura, sotto la supervisione di un fisioterapista, per garantire che i movimenti siano eseguiti correttamente e senza stress eccessivo sull’articolazione.
Percorso riabilitativo con Metodo Fisiomed: una combinazione vincente
Il percorso riabilitativo post-frattura dell’epifisi prossimale dell’omero prevede una combinazione di tecniche per garantire un recupero completo. L’idrokinesiterapia e la kinesi passiva sono due trattamenti complementari che possono essere utilizzati in fasi diverse del processo di guarigione, garantendo risultati ottimali per i pazienti.
Fase iniziale: immobilizzazione e kinesi passiva
Nelle prime settimane dopo la frattura, l’obiettivo principale è ridurre il dolore e mantenere un certo grado di mobilità articolare senza compromettere la guarigione dell’osso. In questa fase, la kinesi passiva è il trattamento più indicato, in quanto permette al paziente di eseguire movimenti sicuri e controllati senza sforzo attivo.
Fase intermedia: introduzione dell’idrokinesiterapia
Quando l’osso inizia a guarire e il paziente è pronto a muovere attivamente l’arto, l’idrokinesiterapia può essere introdotta nel programma riabilitativo. La possibilità di eseguire movimenti in acqua riduce il carico sull’articolazione della spalla, favorendo un recupero più rapido e meno doloroso.
Fase finale: riabilitazione attiva
Infine, una volta raggiunta una buona mobilità e stabilità articolare, il paziente può passare a un programma di riabilitazione attiva, con esercizi mirati per rafforzare i muscoli della spalla e del braccio, migliorare la stabilità e recuperare la funzionalità completa dell’arto.
Se hai subito una frattura e stai cercando un percorso di riabilitazione efficace, contatta il team di Fisiomed a Brescia. Il nostro approccio personalizzato ti guiderà passo dopo passo verso il recupero completo.
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